Spoleto 21 Febbraio 2014
Il vino nel medioevo, un progetto sviluppato dal professore Andrea Barlucchi, che ci ha gentilmente mostrato e spiegato.
Premessa
Impossibile riprodurre il gusto preciso di un vino medievale:
- Fonti scarse e lacunose (dicono poco sui vitigni e anche sulle tecniche di vinificazione)
- Panorama molto diverso dal nostro: es. catasto fiorentino (1427) nel quale il miglio vino è considerato il Trebbiano della Valdambra, che oggi non esiste più, e il vino più pregiato del Chianti è un bianco non un rosso!
- Descrizioni organolettiche su basi diverse dalle nostre
- La mentalità molto diversa dalla nostra
- Tracciare per tappe una stria della cultura del vino
- Cercare di capire la mentalità del bevitore medievale del vino
- Va in crisi dopo la caduta dell' impero romano
- Sopravvive presso le culture ecclesiastiche (monasteri) per esigenze liturgiche
- Ripresa in età Carolingia
- Dell' aumento della popolazione (mercato cittadino)
- Della ripresa dei commerci a lunga distanza (Crociate)
- Della nascita di un ceto borghese ricco ed esigente
- Tutti bevevano vino anche le donne e i ragazzi(acqua insicura): necessità di produzione abbondante.
- Impianto di vigneti anche in zone non adatte o in modalità non idonee(coltura promiscua, piantata)
Teoria dei quattro elementi(terra, acqua, aria, fuoco)è connessa alla teoria delle quattro qualità(caldo, freddo,aria e fuoco). Universo ordinato e gerarchico. Corrispondenze precisa tra elementi, qualità e stagioni, età e vita umana...
L' uomo stesso era parte di questo sistema, per cui da giovane aveva un temperamento "caldo" che si raffredda ne tempo fino a diventare "freddo" da vecchio. Ciò condiziona e orienta anche la scelta del vino.
Anche il vino era pensato in questo modo, per cui le sue caratteristiche organolettiche si riconoscevano secondo uno schema binario e ordinato per corrispondenze. "Asse del gusto"del vino:
bianco--------------------------nero
dolce-------------------amaro\aspro
forte--------------------------debole
caldo--------------------------freddo
secco--------------------------umido
odoroso----------------privo di odore
Che vini si producevano?
In generale:
- Vino puro o colato,cioè vino fiore ottenuto dalla semplice pigiatura dell' uva o dalla prima torchiatura (consumatori: enti ecclesiastici, nobili, grandi mercanti)
- Vino misclatum o medium, ottenuto dopo la prima torchiatura del vino fiore con l ' addizione di grappoli freschi, con ripetute spremiture del torchio(consumatori): classi medie artigiane, ma anche i borghesi come vino da pasto
- Vino pusca o acquarello, vinello a bassissima gradazione preparato versando acqua(proporzione 1\4) sulle vinacce ormai torchiate e lasciate lì a rifermentare. Rosato e un pò acidulo (consumatori:classi basse, cittadini, domestici, donne, ragazzi)
- Vinum linphatus, vino annacquato (consumatori: classi basse,cittadini, domestici, donne, ragazzi)
Vini aromatizzati con sostanze diverse asseconda degli usi locali. Ad es. il Salviato era così chiamato per le foglie di salvia lasciate a macerare dentro. Altre sostanze impiegate: rosmarino, assenzio, petali di rosa, chiodi di garofano, pepe, miele, variamente miscelate.
Caratteristiche comuni:
- Assenza di un nome proprio, solo generico in relazione alla tecnica usata
- Nessuna attenzione alla zona di produzione
- Bassa gradazione alcolica
- Invecchiamento scarso(solo il vino puro superava l' anno)
- Mosto bollito prima della fermentazione in recipienti di rame fino a ridursi di 1\3 o anche 1\5
- Vino cotto e versato in una botte poi riempita con mosto non cotto nel quale era in atto una debole fermentazione
- Risultato: vino più robusto che si poteva anche invecchiare qualche anno.
Il vino invecchiato non era apprezzato
Pier de Crescenzi(maggiore trattatista medievale di agricoltura) classifica i vini in base all' invecchiamento:
- Recenti(di annata)
- mezzani(2-3 anni)
- Vecchi(4 anni e oltre)
I migliori sono da considerarsi i mezzani, poi i recenti, da ultimo i vecchi. Il vino quando passava l' anno si deprezzava. Ricette per "ringiovanire"il vino invecchiato : aggiunta di mosto nuovo e nuova fermentazione . Si preferiva il bianco al rosso. Si preferiva il sapore abboccato al secco.
Tutti i vini sono caldi, in qualche misura; quello che fa la differenza è ciò che noi chiamiamo "contenuto alcolico" La scelta di un vino (e quindi il "gusto") era condizionata da questa struttura di pensiero e anche da altri fattori:
- La costituzione umorale del consumatore
- Gli alimenti ai quali si accompagna
- La stagione del consumo
- Il luogo geografico del consumo (livello del mare, collina, montagna)
Negli ultimi due secoli questo quadro comincia a cambiare:
- Contatti con l' Oriente bizantino e Arabo:importazione di vigneti pregiati
- Richiesta di vini pregiati da parte della ricca borghesia cittadina : tentativo di impiantare vigneti orientali e riprodurre quei vini selezione e ricerca di vini di qualità(gradazione più alta)
- Nasce il commercio del vino a lunga distanza
- Nasce la "moda"del vino. Vino come status symbol
- VERNACCIA: vino bianco generoso e dolce (oggi non più esistente sotto questo nome). Vino liquorosi di lusso, anche esportato. Vigneto di origine greca impiantato originalmente in Liguria, poi in Toscana. Tra il Quattro e Cinquecento si diffonde in molte altre zone d' Italia.
- MALVASIA: vino bianco dolce prezioso importato da Creta.
- GRECO: famiglia di vini bianchi del Napoletano e in genere del Meridione. Vendemmia tardiva dava un contenuto zuccherino alto, quindi gusto molto dolce e forte, di gradazione più elevata della media. Vini da dessert(Boccaccio, Sercambi)
- GROPPELLO: vino nero e bianco, della pianura lombardo-veneta, abboccato Commercio regionale. Usato come vino da taglio.
- LUGLIATUCA: famiglia di vini da vendemmia precoce(luglio)bianchi e leggeri. Italia settentrionale.
- NEBBIOLO: vino piemontese rosso, generoso
Non c' è ancora L' idea di una zona geografica delimitata come elemento decisivo per identificare un vino,ma il momento nel quale ci si sta arrivando: l' eta medievale sta tramontando per lasciare il posto al Rinascimento.
Un ringraziamento ai professori
Andrea Barlucchi
Daniele Bianchini e
Gloria Savini
Gaia Iaschi&Lorenzo Mencarelli
Andrea Barlucchi
Daniele Bianchini e
Gloria Savini
Gaia Iaschi&Lorenzo Mencarelli
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