Sabato 30\11\13 nella classe 3 F è venuto Federico Fondacci,
console della Gaita San Giorgio a raccontarci della associazione mercato delle
Gaite di Bevagna. La manifestazione nasce nel 1985 come sagra della porchetta,
ma è stata modificata nel 1989. In quell’anno è nata l’ associazione Mercato
delle Gaite, dal momento che era stato ritrovato uno statuto del Cinquecento che
descriveva le regole del Comune ed era basato sullo statuto del XIII secolo. Il
termine Gaita deriva dal longobardo e significa <<posto di
guardia>>. Bevagna si divide in
quattro Gaite che si chiamano: Gaita di san Giorgio , Gaita di san Maria, Gaita
di san Giovanni e Gaita di san Pietro. In questa manifestazione viene ricreata
la vita del medioevo e le fonti, purtroppo, non sono precise e ben definite; comunque il periodo che viene ricreato è dal 1250 al
1350. Sappiamo ad esempio che a Bevagna c’era il podestà che
proveniva da un altro comune ed era aiutato da 4 consoli. Durante la manifestazione del Mercato
delle Gaite avvengono 4 gare ed ognuna è giudicata da tre giudici che possono
essere professori universitari o studiosi; questo particolare è importante per
capire l’attenzione che i curatori
dell’evento pongono nella ricostruzione storica.
GARA DEL MERCATO:
Ogni Gaita deve
preparare uno spaccato di vita di una giornata medievale. In genere ci si inizia a preparare da novembre per
effettuare una ricostruzione perfetta, e questo è molto difficile perché di quel periodo non ci
sono molti fonti storiche. Nel mercato si cerca di riproporre fedelmente la
vita medioevale, i prodotti che erano venduti e le modalità.
GARA DEI MESTRIERI:
Ogni Gaita deve allestire due mestieri
medievali. Di solito ogni Gaita si
specializza in un mestiere, ad esempio presso la Gaita san Giorgio sono stati svolti i mestieri di fabbro, fonditore,
armaiolo; oggi c’è la “zecca”. Quest’ultima è da identificarsi con una zecca temporanea che veniva dato in
appalto ad un comune e che serviva a coniare le monete per sostituire quelle
rovinate. Altri mestieri visibili possono essere il torcitoio nella Gaita san
Maria (estrazione del filo dal baco da
seta), nella Gaita san Pietro la cereria
(realizzava le candele con la cera d’api),
nella Gaita san Giovanni il
mestiere idraulico-cartiere (una cartiera azionata a forza idraulica). Tutti i mestieri sono visibili solo nella settimana della
manifestazione, invece 4 sono visibili tutto l’ anno su prenotazione.
GARA DEL TIRO CON L’ ARCO:
Questa
è l’ unica gara sportiva. L’ arco è
fatto con gli stessi materiali del medioevo con le corde di lino e canapa e con
le frecce di legno dotate di punta in ferro e piume naturali. Ogni Gaita ha 3
arcieri che devono colpire dei piattini delle dimensioni sempre più piccoli a
18 metri di distanza e ogni arciere ha 12 frecce.
GARA GASTRONOMICA:
Il piatto
presentato può essere solo un secondo che deve essere della cucina italiana tra
il 1250 1350. Insieme al piatto deve essere anche mostrata una scena teatrale.
La difficoltà di questa gara è che nel medioevo non si facevano delle vere e
proprie ricette con le dosi ma solo in base a degli appunti. Oltre al piatto viene servita anche
una bevanda, ad esempio l’Ippocrasso, un vino aromatizzato con cannella, miele
ed tante altre spezie. Sia la cottura del piatto che il servizio devono rimanere
attinenti al medioevo; a volte i giudici mangiano con le mani con una forchetta
a 2 denti chiamata Spitone.
La manifestazione si finanza con
il lavoro delle taverne e del Comune. Ogni Gaita organizza il proprio lavoro e
si produce i propri costumi. La cosa che ci ha stupido di più è che tutti i
collaboratori che fanno le gare o organizzano il mercato e la sistemazione della Gaita non lo fanno
per lavoro o a scopo di lucro ma per pura passione ed è tutto volontariato.
Questo incontro è stato molto produttivo perché è stato un approfondimento sia
dal punto culturale e storico sia che da quello enogastronomico, appartenente a
quell’ epoca.
un ringraziamento al' esperto
Federico Fondacci
ai professori
Daniele Bianchini
Gloria Savini
Gaia iaschi
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